Press-release Phonogram Italy, 1968
PAUL MAURIAT
L'avventura musicale di Mauriat ha inizio lo stesso giorno
in cui Paul si siede per la prima volta ad un pianoforte. I
tasti bianchi e neri così ordinatamente disposti, lo
affascinano. Le sue ancor fragili ed inesperte dita (aveva
solamente quattro anni) scorrono sulla tastiera con una
velocità ed una agilità incredibili. Il padre, musicista di
certa fama, così come lo erano stati il nonno ed il
bisnonno, intuisce le grandi possibilità del figlio. Sotto
la sua guida Paul acquisisce una solida preparazione
classica. A dieci anni entra in Conservatorio per uscirne
quattro anni più tardi ed iniziare la carriera di
concertista. Improvvisamente scopre il jazz e... se ne
innamora!
Il genere musicale appena conosciuto gli permette di
completare efficacemente la sua cultura musicale. A
diciassette anni, nonostante l'opposizione del padre, il
caparbio e testardo Paul fonda una propria orchestra con cui
si esibisce in diverse città francesi ed europee. Questa
grande esperienza gli permette di raffinare e completare il
suo stile.
Comporre musica e dirigere una orchestra sono le grandi
passioni di Paul. Qualche anno più tardi decide di ritornare
a Parigi per intraprendere definitivamente questa strada. Ed
ora alla luce dei risultati ottenuti, non si può dire che
Paul Mauriat abbia sbagliato strada...
L'ultimo successo della sua prestigiosa carriera è quel
"Love is blue" che ha conquistato il pubblico di tutto il
rrrndo. In testa alle classifiche americane ed europee per
molto tempo, "Love is blue" ha avuto circa quaranta di
diverse edizioni discografiche. Un fenomeno che si
giustifica con l'eccezionale popolarità raggiunta dal brano
di Mauriat.
Ora il baffuto direttore d'orchestra è stato insignito
dell'ambito "Grand Prix du Disque" che l'Académie Charles
Cros concede a quelle o- pere discografiche di grande
prestigio ed eccezionale livello artistico.
Il "Grand Prix du Disque" è stato assegnato a Paul Mauriat
per il suo ultimo LP "Try to remember" contenente brani che
hanno riscosso grande successo negli ultimi tempi come "San
Francisco" - "The world we knew" - "La banda" - "L'ultimo
walzer" ed altri ancora.
Intervista con Paul Mauriat
- Quali sono i motivi che possono spingere un giovane
direttore d'orchestra, la cui carriera in provincia è
brillante e assicurata, ad andare in cerca di una gloria
sempre problematica a Parigi?
- Una carriera in provincia è sempre frenata dai limitati
mezzi a disposizione, Parigi, invece, è la sola città in
Francia ove questi mezzi sono molto ampi (studi di
prim'ordine , qualità e, soprattutto, numero di musicisti,
ect.). D'altra parte il trovarsi di fronte a gente famosa,
crea una spirito di emulazione che obbliga a dare il meglio
di sè stessi.
- Ci dica qualcosa del suo debutto a Parigi.
- Credo di essere stato favorito dalla fortuna. Un noto
direttore artistico, che aveva ascoltato la mia orchestra di
provincia, mi propose, qualche giorno dopo il mio arrivo
nella capitale, una registrazione discografica con una
vedette. Naturalmente mi guardai bene dal dire che non avevo
alcuna esperienza in questo campo...
- I risultati?
- Una intera settimana di insonnia e preoccupazioni, molta
carta imbrattata con note musicali, una paura terribile il
giorno della prima registrazione. Alla fine, però, ottenni
un esito più che soddisfacente .
- E dopo queste prime prove?..
- Durante le registrazioni successive cercai di mettere a
profitto tutta l'esperienza acquisita lavorando, qualche
anno prima, a diretto contatto con il pubblico. Ciò
determinò senz'altro lo stile e le caratteristiche dei miei
arrangiamenti.
- Il suo stile, così efficace e personale, ha fatto si
che molte vedettes. La vogliano come arrangiatore e
direttore d'orchestra. Qual' è stato, per lei, l'incontro
più importante con queste vedettes?
- Aznavour. Con lui mi posso esprimere negli stili più
diversi. Accompagnarlo è sempre un piacere, una nuova
esperienza.
- Ci parli della sua grande orchestra ad archi.
- E' meraviglioso! Non sono obbligato a subire la
personalità degli artisti. Ho inoltre un immediato giudizio
del pubblico. Questo giudizio lo "sento", lo intuisco
durante l'esecuzione, ancor prima che il pubblico stesso lo
manifesti. E ciò è elemento essenziale della mia
professione.
- Quali sono i suoi compositori favoriti?
- Dipende dallo stato d'animo in cui mi trovo. In generale,
comunque, mi piace molto ascoltare i moderni come Debussy e
Strawinsky. A volte, dopo una notte insonne, preferisco il
classicismo ed il rigore di Bach.
- Lei, Paul Mauriat, è pessimista o ottimista?
- I momenti buoni o cattivi sono rari. Il segreto, secondo
me, è quello di saper approfittare dei momenti "neutri". Non
bisogna, cioè, aspettare con impazienza che passino. E credo
di riuscirci abbastanza bene.